La Risonanza Magnetica Cardiaca
Responsabile: Dott. Massimo Lombardi
Ricercatori: 2
Linea di Ricerca 2: Prevenzione, diagnostica e terapia medico-interventistica delle cardiopatie acquisite
LA RISONANZA MAGNETICA CARDIACA
Negli ultimi anni le tecniche di imaging cardiologico si sono notevolmente evolute, sviluppando approcci completamente nuovi che hanno permesso ai ricercatori di addentrarsi più profondamente nei meccanismi che determinano il manifestarsi delle malattie cardiache.
Fra queste, la Risonanza Magnetica Cardiaca ha assunto un ruolo decisivo: attraverso tale metodica, infatti, il cuore del paziente non viene valutato solamente in termini di volume, funzione e capacità di lavoro (con un’accuratezza e una riproducibilità maggiori rispetto a tutte le altre tecniche di imaging), ma anche in termini di struttura del tessuto che compone il miocardio. Questa capacità, che può essere descritta come “caratterizzazione tissutale”, rappresenta una vera novità in campo cardiologico e sta iniziando a modificare l’approccio clinico a molte patologie cardiache. Attraverso la Risonanza Magnetica Cardiaca, infatti, è possibile evidenziare lo sviluppo di zone di fibrosi, simili a cicatrici, all’interno del muscolo cardiaco. Nell’ambito di alcune patologie cardiache, che rappresentano cause rilevanti di morte improvvisa anche in pazienti giovani, il riscontro di queste zone cicatriziali si associa a un rischio maggiore di eventi gravi, soprattutto aritmie maligne. L’analisi delle immagini di Risonanza Magnetica Cardiaca rappresenta dunque uno strumento di fondamentale importanza per la stratificazione del rischio in questi pazienti, al fine di programmare tempistiche di follow up e approcci terapeutici personalizzati.
Obiettivi del progetto
Approfondire le capacità di caratterizzazione tissutale che la Risonanza Magnetica Cardiaca offre. Uno studio in corso sta analizzando immagini di risonanza cardiaca di pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa e ipertrofica per valutare la presenza di fibrosi intramiocardica e per cercare di comprenderne i meccanismi causali più intrinseci, indagando la correlazione con i livelli di alcune molecole circolanti nel sangue (microRNA) che potrebbero avere un ruolo in questi fenomeni.
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